Si è felicemente conclusa l’operazione di trasferimento del secondo prototipo dell’Aermacchi M-346 C.P. X616 dallo stabilimento di Venegono al Museo di Volandia (a Somma Lombardo, nei pressi dell’aeroporto di Malpensa), dove verrà restaurato nei prossimi mesi per poi essere esposto al pubblico, assieme agli altri prototipi e velivoli che hanno fatto la storia dell’aviazione nel nostro Paese e che fanno parte dell’estesa collezione presente nel complesso museale.
L’aereo, conservato a Venegono dopo la conclusione dell’attività di prova, ha contribuito in modo sostanziale allo sviluppo e alla certificazione dell’M-346, eseguendo centinaia di voli test e missioni di valutazione oltre a numerose demo in tutto il mondo a supporto delle attività di marketing, sin dal suo primo volo, il 16 maggio 2005.
Questo velivolo è caratterizzato, nella sua configurazione prototipica, dal fatto di installare il carrello dell’AMX, scelto dagli ingegneri della allora Aermacchi come mitigazione dei rischi per la fase inziale di sviluppo, e per la presenza a bordo di un’estesa strumentazione specifica per prove volo necessaria per consentire di svolgere l’espansione dell’inviluppo di volo, sia in termini di quota e velocità, che di carichi e flutter.
Il trasferimento dell’aereo è stato possibile grazie ad un accordo tra la Divisione Velivoli e il Museo di Volandia, che da anni oramai collaborano fattivamente, e al supporto e impegno di tante persone che hanno composto il team di lavoro chiamato ora a predisporre l’X616 per l’esposizione nella sua nuova sede. Sicuramente l’aereo, rappresentativo di una delle macchine volanti più avanzate prodotte in Italia e, senza contare l’aspetto puramente estetico, universalmente considerato come il miglior addestratore avanzato sul mercato, sarà una delle attrattive di Volandia e un motivo in più per visitare il museo.