Leonardo ha dispiegato le proprie competenze e tecnologie durante la prima esercitazione navale di OCEAN2020, il primo progetto finanziato dall’Unione Europea e gestito dall’EDA nell’ambito del PADR (Preparatory Action on Defence Research). Il gruppo italiano guida un team di 42 partner provenienti da 15 Paesi europei, comprese industrie, enti di ricerca e i Ministeri della Difesa italiano, di Grecia, Spagna, Portogallo e Lituania. In particolare, il progetto prevede due grandi esercitazioni navali: la prima si è svolta nel Golfo di Taranto il 20 e 21 novembre 2019, la seconda si svolgerà nel 2020 nel mar Baltico.
Cinque unità navali, nove sistemi a pilotaggio remoto, cinque satelliti, due reti di comunicazioni terrestri, quattro centri nazionali di coordinamento (Centri operativi marittimi - MOC) e il prototipo di un centro operativo a livello europeo (EU- MOC) installato a Bruxelles: questi sono stati gli asset chiave impiegati durante i due giorni della prima esercitazione, per valutare come i sistemi a pilotaggio remoto possono aiutare a rispondere alle sfide della sorveglianza marittima, facendo leva sulle capacità di integrazione e interoperabilità. Gli scenari operativi includevano l’interdizione di una nave ostile e l'intercettazione di una nave nemica posamine durante un'operazione anfibia.
In particolare hanno partecipato: fregata Martinengo (Italia), fregata Fasan (Italia), fregata Santa Maria (Spagna), fregata Limnos (Grecia) e la nave rifornimento VAR (Francia); i sistemi a pilotaggio remoto: UAS SW-Solo (Leonardo), UAS AW Hero (Leonardo), OPAS BK180-ISP (Blackshape), UAS Pelicano (Indra), USS SEAD-23 (Seadrone), USS Sea Rider (Intracom Defence Electronic), USS Inspector (ECA Robotics), ROV Seascan (ECA Robotics) e l’AUV A9 (ECA Robotics; i Maritime Operational Centres: a Roma, ad Atene, a Cartaghena (Spagna), a Lisbona e il prototipo EU-MOC a Bruxelles; i sistemi satellitari COSMO-SkyMed, ATHENA FIDUS, HELLAS, SYRACUSE e INMARSAT.
Tra le tecnologie protagoniste nel Golfo di Taranto, Leonardo ha messo in campo ben due aeromobili a pilotaggio remoto, l’AWHERO e l’SW-4 Solo, entrambi ad ala rotante, come pure il TSDT (Tactical Situation Digital Table (TSDT).
L’AWHERO ha eseguito tutte le quattro missioni programmate a bordo della FREMM Virginio Fasan della Marina Militare italiana, comprese le procedure di decollo e atterraggio automatico dal ponte. L’ AWHERO, dotato di sensori EO/IR e AIS da 10”, ha rilevato, identificato e rintracciato con successo la nave intrusa. I video e i dati raccolti in tempo reale sono stati inviati dalla nave, attraverso l’integrazione con il CMS, ai MOC attraverso la comunicazione satellitare. Nel corso della dimostrazione, l’AWHERO ha collaborato con altre sistemi uncrewed, tra cui l’SW-4 Solo per l'integrazione di dati multi-sorgente.
Inoltre, nel secondo scenario, sono state condotte attività di squadra “manned/uncrewed” per fornire dati in tempo reale a un elicottero NH90 e a una piccola imbarcazione durante l’assalto a una nave ostile.
L’SW-4 Solo è un sistema ad ala rotante senza pilota con peso massimo al decollo di 1800 kg, in grado di resistere a quasi 5 ore di volo con un carico utile di 100 kg. In passato era già stato coinvolto con successo in diverse dimostrazioni, sia in ambiente terrestre che marittimo, mostrando la capacità dell'azienda nella tecnologia senza pilota.
Durante le operazioni, l’elicottero è stato equipaggiato con un radar Osprey 30, sempre di Leonardo, e con una 15'' ElectroOptical/Infrared Camera, Goshawk II di Hensold, partner del consorzio. Il sistema è stato integrato con il sistema di comando a bordo della nave FREMM F. Martinengo e controllato da una stazione installata sulla nave e ha completato con successo tutte le quattro missioni pianificate.
Le operazioni riguardavano il rilevamento, il riconoscimento e l'identificazione della nave sospetta. Il radar è stato utilizzato per le attività di rilevamento e riconoscimento e la fotocamera EO/EI è stata utilizzata per le attività di identificazione e autotraking.
Inoltre, l'SW-4 Solo ha fornito supporto alle forze speciali durante l'operazione di imbarco su una nave sospetta, diffondendo i dati sul carico utile alle stazioni portatili di missione, installate temporaneamente a bordo del gommone con scafo rigido (RHIB) e dell’elicottero NH90.
La dimostrazione nel Mar Mediterraneo ha avuto anche l’obiettivo di integrare le informazioni raccolte dalle risorse impiegate nell'area delle operazioni per creare un quadro marittimo riconosciuto (RMP). In questo ambito, il TSDT “Tactical Situation Digital Table” ha ricoperto il ruolo di sistema di coordinamento e monitoraggio della situazione tattica per l’efficace impiego dei mezzi uncrewed coinvolti.
Quattro enti di coordinamento sono stati interconnessi ed equipaggiati con unità di calcolo, workstation e schermi multimediali:
- Centrale Informativa di Combattimento (CIC) della flagship (Fregata MARTINENGO)
- Centrale Informativa di Combattimento (CIC) della fregata FASAN
- Maritime Operation Center Italiano (IT-MOC presso le sedi della Marina Militare Italiana di Roma e Taranto)
- Maritime Operation Center Europeo (EU-MOC presso la sede European Defence Agency di Bruxelles)
Il “Tavolo tattico”, ovvero il Tactical Situation Digital Table (TSDT) rientra nella categoria dei Decision Support Systems (DSS), ovvero di quei sistemi che accentrano informazioni eterogenee provenienti da più sistemi nello scenario di operazioni per permettere agli enti decisionali di avere un quadro aggiornato della situazione tattica.
Il sistema ha riportato le informazioni provenienti da tutti i mezzi uncrewed coinvolti nella dimostrazione. In particolare sono stati riprodotti su un quadro di situazione 3D i parametri cinematici (posizione, velocità, rotta, quota, etc.) di tutti gli assetti coinvolti. Ciascun veicolo uncrewed ha prodotto dati informativi (i.e. tracce sensoriali e AIS) e video inviati dai sensori ottici di bordo (Elettro-Ottici, Infra-Rossi, etc.) che sono stati trasmessi alle unità navali e da queste inviate via satellite ai centri di coordinamento a terra.
I quattro sistemi di comunicazione satellitare hanno consentito le comunicazioni tra le navi e i MOC a terra in Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e il prototipo UE-MOC installato a Brussels.