Perché andiamo nello Spazio? Quello che potrebbe sembrare un interrogativo dalla risposta piuttosto semplice, è invece in grado di stimolare riflessioni dalla portata globale. L’esplorazione spaziale rappresenta infatti una risorsa preziosa per aiutarci a comprendere le fragilità del pianeta in cui viviamo.
Come spiegato da Franco Ongaro, “Dobbiamo agire per evitare il global warming nel 2050, ma i fenomeni meteo estremi sono già qui: dobbiamo conviverci e aiutare a prevenire i fenomeni più violenti. La battaglia si gioca anche nello spazio, una parte importante dell’infrastruttura civile di ogni paese moderno, anche per la cyber resilienza”. In questo percorso, la creazione di un vero e proprio gemello digitale della Terra rappresenta un approccio innovativo che consentirà di predire in tempo reale ciò che accade sul Pianeta.
L’approfondimento del Corriere sul settore dello Spazio prosegue, poi, con due focus sulle attività di Leonardo. Il primo è incentrato sulla robotica per l’esplorazione spaziale, con particolare attenzione al contributo alla missione ExoMars. Giada Meogrossi, Program Manager di Leonardo, sottolinea come “I sistemi robotici per le missioni spaziali saranno sempre più dotati di intelligenza artificiale e di complessi algoritmi”.
Nel secondo articolo, dedicato all’osservazione della Terra e al ruolo dei satelliti per la raccolta e l’elaborazione dati, viene sottolineato il contributo di Leonardo a diverse missioni, da COSMO-SkyMed e PRISMA, alle quali presto si aggiungeranno Iride e Prisma second generation. Come raccontato da Guia Pastorini, Program Engineering Manager di Leonardo, “Nel sito fiorentino di Campi Bisenzio progettiamo e sviluppiamo strumenti ottici per lo spazio, che vengono poi adottati da numerose missioni nazionali e internazionali e che, un giorno, potranno contribuire a realizzare il digital twin del pianeta Terra”.