20 milioni di miliardi sono i dati che Leonardo proteggerà grazie alla tecnologia cloud di “distribuzione geografica del dato” che potenzierà ulteriormente l’attuale capacità del Gruppo in tema di protezione dagli attacchi cyber. Il principio su cui si basa il nuovo cloud è quello della “polverizzazione” dei dati in più punti del sistema (i cosiddetti “nodi”), che sostituisce il tradizionale metodo di archiviazione in pochi data centre centralizzati. Il vantaggio è che ciascun file viene cifrato, frammentato e replicato su più sedi geografiche e, in caso di attacco, sarà sempre ricostruibile nella sua interezza.
Non solo sicurezza, il vantaggio sarà anche in termini di sostenibilità: la riduzione del traffico dati consente di diminuire produzione ed emissione di CO2, mentre l’archiviazione distribuita abilita la costruzione di digital twin più efficienti. Inoltre, come spiega Carlo Cavazzoni, Head of Computational R&D di Leonardo, a Il Sole 24 Ore, con questo accordo l’azienda già da oggi è in grado di affrontare il trend di crescita dei dati archiviabili, che si prevede triplicheranno nel 2026.