Il conflitto in Ucraina e le sue conseguenze hanno fatto emergere una nuova visione dei conflitti, mostrando come anche un evento geograficamente circoscritto abbia immediate ripercussioni sulla sicurezza del globo. Come evidenziato da Roberto Cingolani, “Quando si parla di sicurezza non dobbiamo concentrarci solo sugli armamenti e sulle ricadute belliche. La sicurezza di un Paese e di un popolo vive prima di tutto nell’autonomia energetica, nelle infrastrutture, nella sanità, nei servizi".
In questo contesto, un ruolo sempre più centrale è giocato dalle nuove tecnologie, il cui sviluppo è alimentato dall’investimento nelle competenze. Cingolani rileva che “non è solo una questione demografica. Mancano giovani con preparazione STEM, e sono loro che dovranno tenere in piedi le infrastrutture tecnologiche, aggiornandole costantemente. Sono loro il nostro vero investimento sulla sicurezza".
La tecnologia rappresenta l’elemento cardine del percorso verso la global security, con un approccio che vada oltre i confini dei singoli Stati. Secondo Cingolani, “Su questi temi dobbiamo pensare europeo. Anche perché una Difesa comune ci renderebbe un partner più solido e affidabile nell’Alleanza atlantica”.