Ilaria Sale, dalla matematica alla tecnologia: l’umanità dei numeri

23 giugno 2021

Una storia di traguardi, di passione per le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), di motivazione e soprattutto di grande determinazione per celebrare insieme la Giornata internazionale delle Donne nell’Ingegneria 2021, che si festeggia oggi in tutto il mondo. Un’ulteriore tappa del percorso narrativo che ci ha permesso, attraverso una serie di interviste, di conoscere più da vicino le esperienze delle donne del Gruppo con un profilo STEM, con l’obiettivo di aprire nuove prospettive, in un dialogo aperto con le nuove generazioni, senza stereotipi di genere e valorizzando le diversità.

 

 

Responsabile Avionic Systems Engineering. Che significa progettare, guidando un team di ingegneri e specialisti, l’avionica basica di tutti i velivoli made in Leonardo e gestire il processo fino, ed oltre, il debutto in volo. Ilaria Sale dal 2018 svolge questo ruolo, determinante, per Leonardo. Eccellenza STEM, come altre donne intervistate in questo percorso: dal carattere forte, dalla determinazione ferrea, ma anche dalla grande sensibilità, cosa che si concretizza nell’ascolto costante dei suoi collaboratori. I viaggi, l’attenzione all’arte, l’amore per il proprio lavoro e per la tecnologia. In sintesi il racconto di un ingegnere aeronautico affascinato dai numeri ma allo stesso tempo convinto del loro essere “a servizio” della tecnologia, non concetti astratti. Andiamo a conoscerla meglio:

 

Il tratto distintivo del tuo carattere

Già la scelta del nome Ilaria fatta da miei genitori mi ha fatto conoscere la mia natura solare. Il sorriso e la positività nell’affrontare le sfide è una caratteristica che sento mia. Aggiungo una grande determinazione, e forza di volontà, che applico costantemente per il raggiungimento dei miei obiettivi, nella vita professionale come in quella privata.

 

Il tuo difetto principale

Penso sia l’intransigenza, nei confronti innanzitutto di me stessa, ma anche verso gli altri. Pretendo sempre il massimo, ovviamente da me ma anche dai miei collaboratori, e a volte questo può essere percepito come eccessivo. In casa poi ho due figli, uno di 16 e uno di 12: stanno diventando grandi e dovrò iniziare a vivere allentando un po’ il controllo, non posso controllare tutto.

 

Quali sono i tuoi eroi

Senz’altro, in primis, i miei genitori sono miei eroi. Mia madre è un’insegnante di storia e filosofia dalla quale ho ereditato un profondo amore per lo studio, per la cultura in generale e per il pensiero logico. Mio padre, invece, geometra poi laureato in Economia e Commercio e appassionato di tecnologia, di progettazione e anche di astronomia. Mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto nel percorso che ho intrapreso quando, all’età di 18 anni, ho lasciato la Sardegna per trasferirmi a Torino con la volontà di studiare Ingegneria Aerospaziale al Politecnico. Ho anche altre figure che sono importanti per me, donne che si sono distinte nel campo dell’aerospazio ispirandomi in questo percorso, come Amalia Ercoli Finzi, la prima donna italiana laureata in Ingegneria aeronautica, madre anche di cinque figli, capace quindi di conciliare i due aspetti. Ho visto poi recentemente il film in cui si parla di Catherine Johnson, personaggio che mi è sempre piaciuto tantissimo, una matematica, fisica, afroamericana che nel mondo della NASA si è contraddistinta per la sua capacità di calcoli fatti a mente per i voli degli Shuttle. Infine citerei Samantha Cristoforetti, la nostra astronauta, pilota, ingegnere, prima donna italiana negli equipaggi ESA e adesso prima donna al comando di una missione spaziale.

 

Il tuo passatempo preferito

Viaggiare sicuramente. Con mio marito e i miei figli. Con la pandemia è stata dura, anche solo tornare in Sardegna dai miei. Avevo anche prenotato un viaggio in Irlanda, che non avevo ancora mai visto, e non sono potuta partire. Poi amo il mare, quello della Sardegna innanzitutto, ma vivendo a Torino ho imparato ad amare molto anche la montagna, soprattutto in estate, così nei week-end mi piace organizzare passeggiate con la mia famiglia in mezzo alla natura. Sono, inoltre, appassionata di architettura e di arte in generale. Spesso adoro girovagare con il naso all’insù e ammirare lo Stile Liberty dei palazzi di Torino.

 


Cosa detesti di più

Sicuramente la discriminazione. In ogni sua forma, non solo di genere.

 

Un motto, una frase

Ne ho due, la prima ricorda la mia percezione degli altri e dice: ho imparato che le persone possono dimenticare quello che hai detto, quello che hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire. E questo perché, anche nel lavoro, per me è molto importante il concetto di empatia. Poi ho un’altra frase, più vicina a come vedo il mio modo di lavorare, è in inglese: “Walk what you talk”, in italiano si tradurrebbe letteralmente con “cammina quello che dici”, inteso come coerenza assoluta tra quello che dici e quello che in effetti poi realizzi.

 

Perché consigliare gli studi STEM

Fin dalla scuola ho avuto particolare propensione a studiare la matematica e le scienze. In particolare durante il Liceo Scientifico della matematica mi interessavano non tanto i concetti astratti ma più la loro applicazione alla tecnologia. Al servizio dell’uomo. L’aeronautica da questo punto di vista poi ha rappresentato per me la concretizzazione di questa attitudine. E l’aeroplano, particolarmente complesso per le tante discipline coinvolte, ha un po’ rappresentato anche il simbolo di quello che poteva essere il progresso tecnologico dell’uomo, realizzando il sogno del volo. Gli studi STEM, secondo me, oltre a orientare il pensiero in modo logico e consequenziale, cosa che ritengo utilissima anche nella vita quotidiana, offrono anche grandi spazi nel mondo del lavoro, oggi fortemente caratterizzato dalla componente tecnologica. Recentemente ho sentito parlare di STEAM, dove alle discipline della Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica si aggiunge la A di Arte, ritengo importante che in generale le discipline dell’area umanistica integrino il percorso scientifico.

 

Di quali progetti ti senti particolarmente orgogliosa?

Nel primo periodo del mio percorso in Leonardo sono entrata lavorando alla progettazione dell’interfaccia uomo-macchina dei cockpit dei nostri velivoli. In particolare del C-27J. Questo mi ha permesso di coniugare l’aspetto tecnico con quello umano, perché i piloti che si interfacciano con la macchina diventano protagonisti anche della progettazione stessa dell’abitacolo. Vanno allora tenuti in considerazione i diversi aspetti psicologici e umani. Così sono entrata velocemente a contatto con diverse realtà dell’azienda e ancora oggi quando mi capita di entrare nel cockpit del C-27J mi sento a casa. Ho proseguito il mio percorso sempre all’interno della Direzione Ingegneria, continuando in ambito avionico con coinvolgimento in diversi progetti, in particolare su velivoli Uncrewed, nei progetti dei nostri dimostratori tecnologici Sky-X e Sky-Y. Stavolta lavorando sulla stazione di terra, di comando e controllo, dove l’aspetto umano riemerge. Un lavoro entusiasmante. Dal luglio 2018 ho preso la responsabilità del team che progetta l’avionica di base di tutti i nostri velivoli: ne sono molto orgogliosa, lavorando poi con un team di circa 80 persone in un confronto quotidiano. Con tanti traguardi, come il primo volo della versione fighter dell’M-346. O ancora il nuovo sviluppo della componentistica elettronica del C-27J e del M-345. Pensando al futuro, lo sguardo va agli sviluppi tecnologici e all’innovazione alla base del nuovo fighter di VI generazione, il Tempest.

 

 

Vantaggi o svantaggi dell’essere una donna eccellenza STEM?

L’essere donna non mi ha impedito di raggiungere i risultati che mi ero prefissata. Pur lavorando nel settore della progettazione, un contesto ancora a preponderanza maschile. Spesso mi sono trovata ad essere, in tante riunioni, l’unica donna. L’essere donna lo considero un plus, perché oltre al multitasking, che è un qualcosa che sembrerebbe caratterizzarci, soprattutto un plus in termini di sensibilità e di attenzione verso i collaboratori e i colleghi in genere. Ed è importante, anche come responsabile cerco di entrare in contatto con le persone, anche al di là del rapporto puramente lavorativo e di valorizzare le diversità.

 

Vita professionale e vita privata

Intanto l’ambiente di lavoro è sempre stato accogliente. Questo mestiere si basa su team working e collaborazione che ho sempre riscontrato in Leonardo. Penso sinceramente che il lavorare insieme attorno alla tecnologia di un prodotto avanzato, per il quale risulta fondamentale la cooperazione e il team working, contribuisca ad abbattere le barriere fra le persone e fra le diverse discipline e a ridurre notevolmente la competizione tra i colleghi. La magia del primo volo di uno dei nostri aeroplani, vissuta insieme ai colleghi con cui si sono condivisi sacrifici e sudore è una grandissima soddisfazione e un’emozione unica.

Per il resto sono sempre riuscita a conciliare la vita lavorativa e quella familiare, grazie al supporto della mia famiglia e di mio marito con il quale ho un rapporto di parità. Non è però sempre facile, i carichi di lavoro a volte obbligano a correre da una parte all’altra. Bisogna programmare. Ma sono fortunata, come detto, sono sempre riuscita a bilanciare bene. Vedo però donne che continuano a mettere da parte i loro sogni perché la responsabilità della gestione familiare ricade totalmente su di loro…


Diversità e inclusione, cultura e welfare. Cosa migliorare?

Credo si debba lavorare sull’aspetto socio-culturale. Il team che gestisco vede solo un 10% di donne. In alcuni casi le donne si autolimitano per motivi familiari oppure perché sentono di non poter competere e di non poter affermarsi. Così decidono di fare un passo indietro rispetto ai colleghi maschi. Penso sia importante lavorare sulle donne, sulla loro motivazione, intesa come accrescimento della propria autostima e riconoscimento delle proprie capacità. Poi c’è la famiglia, le cui responsabilità devono essere condivise, spero che lo strumento dello smart working possa essere una chiave per il bilanciamento del rapporto famiglia-lavoro. Essenziale per una vera parità di genere.

 

Un messaggio ai giovani di Leonardo

Non arrendersi e non rinunciare ai propri sogni, come evidenzia la mia storia personale, quella di una donna che ha sempre lavorato con passione, andando avanti un passo alla volta ma senza mai arretrare.

 

Donne e STEM: leggi anche le interviste a Rita Fontanella, Pasqua Pezzolla, Ani Panoti, Marina Gioia, Zaira Burlo, Susanna Fortunato e Laura Imbriglio.