Global Compact e finanza sostenibile: ne parliamo con il CFO di Leonardo

28 ottobre 2020

A fine 2019 il Global Compact dell’Onu, la più grande iniziativa globale in materia di sostenibilità, ha creato una Taskforce formata dai Chief Financial Officer di un cospicuo numero di aziende, per affrontare le sfide legate alla sostenibilità e agli SDGs (Sustainable Development Goals), gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. Si tratta, in questo senso, della prima iniziativa mondiale che coinvolge i CFO in una Action Platform (piattaforma di collaborazione) dedicata alla finanza sostenibile. Il network è nato da relativamente poco tempo e si pone obiettivi molto ambiziosi, tra cui quello fondamentale di indirizzare le scelte finanziarie delle aziende. Abbiamo chiesto ad Alessandra Genco, che dall’ottobre 2017 ricopre l’incarico di CFO di Leonardo, di raccontarci come la società declina nella sua strategia il concetto di finanza sostenibile.

“Negli ultimi anni – dice Genco – è cresciuta in tutto il mondo la consapevolezza che, per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, i cosiddetti Sustainable development goals, servono capitali importanti e investimenti massivi, nell’ordine di centinaia di miliardi. Quindi la finanza svolge un ruolo centrale perché senza la confluenza di ingenti capitali, i progetti che supportano lo sviluppo sostenibile non si potranno mai concretizzare. Ed è qui che entra in campo la Taskforce dei CFO il cui compito principale è quello di indirizzare i capitali in questa direzione. In Leonardo sono stati elaborati degli indicatori comuni e comparabili, dei KPI (Key performance indicators) per promuovere e misurare il nostro contributo al raggiungimento degli SDGs. Sempre di più, infatti, gli investitori stanno inserendo questi obiettivi al centro delle loro strategie per coniugare i ritorni finanziari con i progressi tangibili sul fronte ambientale, sociale e di governance. Per questo gli investimenti guidati da questi principi stanno crescendo, spinti dalla consapevolezza che investire in società che fanno della sostenibilità uno degli obiettivi strategici, generi valore nei portafogli di investimento. In Leonardo – spiega Genco – la sostenibilità è parte integrante del piano strategico Be Tomorrow - Leonardo 2030. Il nostro core business è fare alta tecnologia con una ricaduta in termini sociali, sia per la nostra base di addetti sia per tutta la filiera di aziende a noi collegate. Senza dimenticare il mondo della scuola e dell’università ai cui giovani diamo un’opportunità di lavoro che senza Leonardo non esisterebbe”.

 
Lo scorso 21 settembre a New York, nel corso dell’Assemblea delle Nazioni Unite, sono stati presentati dalla Taskforce i CFO Principles on Integrated SDG Investment and Finance – sottoscritti da tutti i membri – per allineare le strategie finanziarie delle imprese agli impegni di sostenibilità. Quali sono a suo giudizio i punti più interessanti emersi?

I principles messi a punto dai CFO sono essenzialmente quattro: il primo sancisce l’impegno a stabilire degli obiettivi con dei KPI che promuovano e misurino il contributo della società al raggiungimento di uno o più SDGs. Il secondo stabilisce che l’ottenimento degli obiettivi deve essere imperniato in una strategia d’investimento che, oltre ai parametri classici rischio/rendimento, comprenda anche un nuovo parametro che indichi se quelle risorse aiutano a raggiunge l’obiettivo di sostenibilità che l’azienda si è posta. Il terzo principle consiste nella messa a punto della strategia per finanziare l’investimento previsto, convincendo gli investitori a comprare il debito Leonardo finalizzato allo sviluppo sostenibile. Si innesca così un meccanismo premiale per le società virtuose e per l’investitore che sposa la causa, perché convinto che sia positiva e remunerativa. Il quarto principle prevede la creazione di un reporting integrato che includa quello classico e quello di sostenibilità come parte integrante del piano strategico di medio e lungo periodo. Già da quest’anno per Leonardo non ci sarà più il rendiconto economico-finanziario separato da quello di sostenibilità ma saranno integrati perché la sostenibilità è un pilastro della strategia aziendale. Questo non significa che la sostenibilità sia un principio ‘pro bono’ o che Leonardo sia diventata una società no profit. Significa, invece, che sia noi sia gli investitori riteniamo che un’azienda ispirata ai principi di sostenibilità abbia maggiori capacità di competere e una performance migliore nei prossimi 10-20-50 anni.


All’interno della Taskforce oltre a Leonardo c’è, in proporzione, una marcata presenza di aziende italiane. Possiamo leggerlo come un cambiamento di passo per il nostro Paese, che riconosce l’urgenza di un confronto a livello internazionale sul tema dello sviluppo in chiave sostenibile?

L’Italia in questi anni ha sviluppato una spiccata sensibilità sui temi dello sviluppo sostenibile. Infatti anche all’interno del Green Deal messo a punto dall’Europa nell’ambito del Recovery fund, il nostro paese ha fornito un grande contribuito allo sviluppo del framework. Quello che possiamo dire è che l’Italia, che sulla bellezza naturale e sul suo valore sa di avere un asset notevole, ha sviluppato una coscienza sulla sostenibilità molto elevata.


Negli ultimi anni Leonardo ha fatto un percorso di sostenibilità che l’ha vista eccellere nell’ambito del suo settore: nel 2019 è risultata Industry leader dell’Aerospace & Defence del Dow Jones Sustainability Index. Recentemente è entrata tra i Global Compact LEAD delle Nazioni Unite, unica tra le prime dieci società al mondo del settore. Quali sono state le scelte aziendali che a suo giudizio hanno favorito tali riconoscimenti?

Con un pizzico di orgoglio e ringraziando i colleghi che hanno permesso tutto ciò, possiamo dire che in Leonardo è stato costruito un modello e sono state fatte scelte che rappresentano una best practice a livello internazionale. Tra queste menzionerei sicuramente la Governance: un aspetto che ha coinvolto anche i vari Cda e che è un elemento fondante per un’azienda come la nostra che opera nel settore dell’aerospazio e della difesa dove i principi di compliance ed etica sono molto forti. Altra scelta è quella di creare un lavoro di team trasversale integrato e interfunzionale. Sono stati nominati degli ambassador nelle divisioni e nelle funzioni centrali, si è puntato a creare engagement tra tutti i dipendenti: il concetto di sostenibilità non è stato ‘imposto’ dall’alto ma condiviso a tutti i livelli. Altro aspetto determinante riguarda l’integrazione della sostenibilità nel piano strategico aziendale. Come ultimo elemento cito, inoltre, la scelta di inserire nelle politiche di remunerazione variabile la componente legata alla sostenibilità. Ad esempio l’anno scorso una componente dello stipendio variabile dei dirigenti era legata all’ingresso di Leonardo nel Dow jones sustainability index. Questo orientamento verrà confermato nei prossimi anni a testimoniare l’impegno che tutti mettiamo nel raggiungimento di una crescita e uno sviluppo sostenibili.

 

Per maggiori informazioni sull’impegno di Leonardo per il Global Compact visita la pagina dedicata