Difesa europea, l'industria chiede più risorse e coordinamento

05 settembre 2024

L'industria della Difesa europea richiede maggiori investimenti e una migliore cooperazione tra i Paesi membri dell’Unione Europea, per superare la frammentazione politica, militare e industriale. Lo rileva lo studio “Peace through security: the strategic role of digital technologies”, condotto da TEHA (The European House – Ambrosetti) Group in collaborazione con Leonardo, analizzato nell’articolo di Gianni Dragoni su “Il Sole 24 Ore”.

Rispetto agli Stati Uniti, l'Europa investe meno nella Difesa e lo fa in modo meno efficace, con una spesa militare che potrebbe essere ottimizzata attraverso una maggiore collaborazione, potenzialmente risparmiando fino a 44,7 miliardi di euro all'anno. Nel 2023, il totale degli investimenti dei Paesi dell’UE aderenti alla NATO è stato di 390 miliardi di euro, pari all’1,78% del PIL, mentre gli USA hanno speso circa 866 miliardi di dollari (il 3,2% del PIL).

Dall’indagine emerge, inoltre, la dipendenza strategica da fornitori extraeuropei, con il 78% della spesa militare aggiuntiva dei Paesi dell’Unione Europea aderenti alla NATO utilizzata per acquisti da Paesi non europei. Gli Stati Uniti sono il principale fornitore, rappresentando l’80% degli acquisti extra UE. In questo contesto, l'industria europea è chiamata a seguire un modello di collaborazione transnazionale, per ridurre la frammentazione e aumentare l'efficienza.

Come evidenzia Lorenzo Mariani, Condirettore Generale di Leonardo, lo studio conferma “l'importanza della visione strategica di Leonardo: da un lato investimenti nelle tecnologie digitali più avanzate, per rafforzare la competitività e rispondere alle sfide della sicurezza globale, anche grazie al contributo di cybersecurity e Spazio; dall’altro, alleanze europee per ridurre la frammentazione industriale e favorire la creazione di campioni in grado di sviluppare sistemi avanzati”.