Laureata in Ingegneria Elettronica, Giada Meogrossi ha iniziato la sua avventura in Leonardo nel 2012, trasferendosi in Toscana per lavorare nel sito di Campi Bisenzio, vicino Firenze. Nel corso degli anni ha contribuito allo sviluppo delle trivelle e dei bracci robotici per i rover marziani, ma anche delle unità di controllo e distribuzione dell'alimentazione per la missione Artemis 1, il cui obiettivo è riportare l’uomo sulla Luna. A Nerviano (MI), dove si è trasferita nel 2019, si è poi occupata anche degli orologi atomici, cuore tecnologico di Galileo, il sistema satellitare globale di navigazione europeo (GNSS). Oggi guida un team composto da circa 40 persone.
Tra le tante tecnologie a cui ha lavorato, Giada non riesce a scegliere quale l’abbia colpita maggiormente. Dalle mappe di temperatura realizzate tramite il sensore radiometrico Sea and Land Surface Temperature Radiometer, usate in TV durante le previsioni del tempo, fino alla robotica e agli orologi atomici. Oltre al Passive Hydrogen Maser (PHM), che si trova a bordo di Galileo, il suo team sta oggi lavorando a una nuova tecnologia insieme all’Istituto Italiano di Ricerca in Metrologia. È l’orologio ad atomi di rubidio, che sfrutta la tecnica POP (Pulsed Optically Pumped) di interrogazione laser a impulsi della transizione atomica, per il quale Leonardo curerà lo sviluppo dell’intero orologio.
Secondo Giada, il bello delle tecnologie spaziali è il loro impatto sulla vita di tutti i giorni. “Sebbene sembrino sistemi così lontani, nella realtà non è così. Ci permettono non solo di conoscere l’ignoto, esplorando il cosmo, ma anche – come nel caso della meteorologia, del sistema di navigazione satellitare e della robotica – di vedere le loro applicazioni concrete nelle nostre attività quotidiane”.