“Non quieti mai”, così gli hanno sempre detto familiari e amici. E in questa definizione, tutta siciliana, Alessandro Russo, 48 anni, palermitano doc, si riconosce appieno. Perché solo una persona “inquieta”, animata da curiosità e passione, poteva partire da un negozio di assemblaggio e riparazione di computer arrivando a diventare capo dell’infrastruttura e del cloud dell’High Performance Computer (HPC) davinci-1, il supercomputer di Leonardo, tra i 500 più potenti al mondo. La sua è una storia al contrario. Alessandro, infatti, è un perito elettronico che si laureerà il prossimo dicembre, vale a dire anni dopo aver già contribuito a disegnare e realizzare non solo l’HPC di Leonardo ma anche altri due supercomputer – Energon e Franklin - della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova e l’HPC della Fondazione Human Technopole di Milano.
Entrato in Leonardo nel novembre del 2020, Alessandro ha oggi anche la responsabilità sul territorio nazionale di oltre 50 data center aziendali e, dal momento che l’innovazione tecnologica è trasversale, è inevitabile che si trovi coinvolto nei principali progetti high-tech: dal Global Combat Air Programme (GCAP) alla Città dell’Aerospazio di Torino, passando per l’Intelligenza artificiale. “Il mio percorso è stato inverso e atipico, me ne rendo conto”, racconta, “ma non ho rimpianti, perché mi sono sempre messo in gioco facendo leva su un’enorme curiosità e su tanta tenacia”. Se l’essere curiosi in alcuni può manifestarsi come un virus, si può dire che Alessandro abbia mostrato i primi segni del contagio già alle scuole medie: “Mio padre portò a casa un computer, uno di quelli di un tempo, con il classico tubo catodico. Anziché accenderlo e utilizzarlo, per prima cosa lo smontai pezzo per pezzo. Volevo capirne il meccanismo. Più che prevedibile fu l’arrabbiatura di mio padre: mi intimò di rimettere tutto a posto e di assicurarmi che il PC funzionasse alla perfezione”. Ovviamente, quell’adolescente che poi avrebbe proseguito gli studi secondari frequentando l’Istituto tecnico industriale Alessandro Volta di Palermo, il computer casalingo lo riassemblò e lo fece ripartire senza problemi.
Alessandro ricorda questo episodio come una “scintilla”, che sembra avergli illuminato il resto della carriera. Che inizia con l’apertura di un negozio di assemblaggio e riparazioni di PC nella natia Palermo e, al tempo stesso, con l’iscrizione a un corso universitario in ingegneria informatica, poi sospeso per una serie di vicissitudini familiari. Dopo aver lavorato nel settore IT presso diverse aziende, anche nel Nord Italia, nel 2011 viene assunto a Genova presso l’IIT. Lì è stata la svolta. “Non solo perché a Genova ho conosciuto colei che poi sarebbe diventata mia moglie, ma perché l’Istituto Italiano di Tecnologia mi ha consentito di studiare, approfondire e mettere in pratica tutto ciò che riguarda l’infrastruttura, la realizzazione e la gestione dei supercomputer. A Genova ho conosciuto Carlo Cavazzoni, attuale Head of Digital Infrastructures di Leonardo, con il quale ho il piacere di continuare a lavorare tutt’oggi”. L’arrivo di entrambi in Leonardo risale a quattro anni fa. Assieme hanno realizzato il supercomputer davinci-1, in grado di svolgere 5 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo, dotato di una capacità di memoria di 20 milioni di gigabyte e di una velocità di lettura e scrittura di 100 gigabyte al secondo. “Ne sono orgogliosissimo. E lo ripeto anche ai ragazzi durante gli incontri nelle scuole, quando sono chiamato a raccontare la mia storia: la curiosità e la voglia di crescere sono il principale motore. Fare la gavetta significa acquisire esperienza, fondamentale in qualsiasi campo e per qualsiasi obiettivo si intenda perseguire”.
Dato che la tenacia non gli manca, Alessandro ha deciso tre anni fa di riprendere gli studi universitari interrotti. Il prossimo dicembre si laureerà in ingegneria informatica con una tesi che – neanche a dirlo – sarà dedicata agli HPC quali innovatori digitali. “Non è stato facile studiare lavorando – racconta -. L’ho fatto di notte e nei ritagli di tempo. Avevo un obiettivo e lo volevo raggiungere, non tanto per motivi professionali quanto per ragioni personali”. Gestire nove persone in azienda e contemporaneamente rimettersi sui libri non è stata una passeggiata, ma Alessandro alterna ai momenti di stress quelli di relax davanti ai fornelli della cucina (“cucino bene, per la gioia di mia moglie!”). Ai giovani che stanno concludendo un percorso STEM, nelle scuole secondarie o all’università, il futuro ingegnere Alessandro Russo non può che raccomandare di essere sempre animati da curiosità e passione, e di tenere a mente che “Leonardo è forse l’unica azienda in Italia ad avere una vastità di prodotti tale da poter offrire infinite possibilità nello studio e nell’applicazione delle tecnologie più avanzate”. Il posto giusto, appunto, per chi “non quieta mai”.