Tutto ha inizio nel 2000, quando Leonardo riceve l’incarico dalla Commissione Europea e dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) di “sviluppare un orologio basato su una tecnologia innovativa all’idrogeno che l’azienda non aveva mai realizzato prima”, osserva Marina Gioia, Program Manager e Integrated Project Team Leader della linea di prodotto del Passive Hydrogen Maser (PHM).
Nel Gruppo dal 1992, oggi Marina lavora all’interno dell’unità Space Equipments e Robotics, dell’area di business Elettronica, presso lo stabilimento di Nerviano (MI).
Il PHM di Leonardo è uno strumento che genera un segnale di frequenza molto stabile perché è connesso all’oscillazione di un elettrone all’interno di un atomo. Ed è per questo considerato il più preciso orologio atomico al mondo per operazioni in orbita, con un margine di errore di un secondo ogni tre milioni di anni.
Come ci spiega Marina, si tratta di uno strumento centrale per Galileo, il sistema globale di navigazione e localizzazione satellitare dell’Unione Europea, concepito per missioni di ricerca e salvataggio e di sicurezza dei trasporti, oltre a essere utilizzato anche nel settore bancario, energetico, assicurativo, delle telecomunicazioni, del turismo e agricolo. È con il PHM, infatti, che possono sincronizzarsi i satelliti di Galileo, fornendo così - a terra - un’informazione più precisa, quella che, ad esempio, viene poi restituita durante l’utilizzo del GPS di un’automobile o di uno smartphone. I dati generati sono utilizzati da oltre due miliardi di utenti nel mondo.
Marina e il suo team stanno lavorando per raggiungere un nuovo traguardo che vede ricerca scientifica e industria sempre più connesse: un nuovo orologio atomico Rb-POP (Rubidium Pulsed Optically Pumped) per la navigazione satellitare, “tutto italiano e tutto Leonardo”, destinato a volare sui satelliti di nuova generazione. Tale tecnologia, basata su un atomo di rubidio, consentirà allo strumento di mantenere intatte le prestazioni, riducendo massa e volumi del prodotto.