Da un percorso nell’ambito della ricerca accademica, dopo una laurea specialistica in ingegneria meccanica, alla “pratica” in cui ha visto le applicazioni teoriche concretizzarsi in processi e prodotti. È questo il percorso di Manuela Marangio che oggi è responsabile dell’ingegneria di produzione per le Aerostrutture di Leonardo, presso il sito industriale della provincia tarantina dove è arrivata 16 anni fa: “Quando, da ricercatrice universitaria, ho chiesto in fase di selezione di poter fare un giro nello stabilimento in via di costruzione, mi sono completamente innamorata: vedevo molte delle macchine e degli impianti che avevo studiato sui libri proprio lì, a un metro da me, e non ho avuto dubbi nel lasciare il mondo accademico per iniziare questo viaggio in azienda.”
Fin dal suo arrivo a Grottaglie, nello stabilimento che praticamente ha visto nascere, lavora al programma Boeing 787 Dreamliner il primo aereo di linea al mondo caratterizzato da un massiccio impiego di materiali compositi. Un progetto, quello dell’“aereo dei sogni”, per il quale Leonardo elabora e realizza il 14% dell’intera struttura. È in questo sito industriale che, in particolare, vengono create le sezioni centrale e centro-posteriore della fusoliera. Il processo produttivo innovativo - in gran parte automatizzato - sfrutta brevetti ed equipaggiamenti unici al mondo e, per la prima volta, la struttura di fusoliera di un velivolo commerciale è prodotta in fibra di carbonio impiegando la tecnologia one piece barrel.
Manuela è a capo di un team di circa 50 risorse con la responsabilità di industrializzazione a supporto della fabbricazione e dell’assemblaggio delle due sezioni nelle versioni 787-8, 9 e 10, che fornisce istruzioni di lavoro, attrezzi e programmazione delle macchine a controllo numerico a supporto delle attività di officina.
“Una sfida” – racconta – “non sono solo tecnologica, introducendo materiali e processi innovativi, ma anche organizzativa, richiedendo un aumento costante della produttività fino a un massimo di 14 fusoliere al mese […].” Sfida, che con l'innovazione sono stati, come dice, “palestra di curiosità, dedizione e impegno costante”, tutti aspetti che oggi applica con determinazione ai nuovi progetti in arrivo.
Tra le attività che ha seguito e che le sono più a cuore, Manuela ricorda nel 2017 - nel pieno dell’aumento del rateo produttivo (NdR: 14 coppie di fusoliere al mese) - l’efficientamento della linea di montaggio strategica per supportare le richieste e le esigenze annesse a un programma così innovativo, destinato a rivoluzionare il segmento di mercato dei velivoli civili di dimensioni medio-grandi (250-400 passeggeri). Nel concreto, spiega, è stata condotta una revisione critica di ogni step del processo: “siamo riusciti a individuare diverse aree di miglioramento, guardando non solo al prodotto, ma anche al processo e alla qualità. Un’esperienza faticosa ma piena di traguardi condivisi con il mio team e con gli altri partner del programma 787”.
Manuela cita poi, con orgoglio, un altro progetto su cui è impegnata con i suoi colleghi. Si tratta del programma di sviluppo congiunto relativo alla progettazione, produzione e test per le fusoliere in fibra di carbonio destinate al velivolo elettrico VX4 di Vertical Aerospace.
Per lei sono fondamentali competenze quali: capacità analitica, tenacia, leadership e best practice come la standardizzazione dei processi, la condivisione e storicizzazione delle informazioni: “ho perseguito con il mio team una continua ricerca di miglioramento interno, implementando piattaforme (semplici ma funzionali) per condividere i vari step di processo, dalla gestione della configurazione, ai cicli di lavoro, fino alla gestione delle istruzioni di rilavorazione”. Manuela è consapevole che, con la sua squadra e attraverso la condivisione dei punti forza di ognuno, si possa “contribuire al cambiamento rendendolo sostenibile”.
Nel lavoro, come nella vita personale, l’interesse per il cambiamento e l’aver imparato “a pensare semplice” - questa è la vera innovazione - sono state le costanti del suo percorso, in cui: “occorre camminare nel mondo con una perseverante curiosità, un passo dopo l’altro, perdendo ogni tanto l’equilibrio per imparare a camminare e poi a correre”.