Un ecosistema collaborativo quello creato da Leonardo che conta oggi più di 90 università e centri di ricerca con circa 400 progetti in corso, di cui 100 dottorati, a livello globale e con numeri in costante crescita, soprattutto all’estero. Sul territorio nazionale l’azienda ha all’attivo collaborazioni con circa 60 atenei e centri di ricerca, di cui 19 al sud e isole, oltre ai 44 PhD attivati nel 2021, con un impegno già sottoscritto a finanziarne più di 90 entro il 2022 e 5 accordi quadro in essere.
Pierpaolo Gambini, nell’ampio articolo, sottolinea come Leonardo “sta raggruppando intorno a sé una rete di università di eccellenza, in Italia e nei Paesi di riferimento, per attivare collaborazioni su progetti di valenza sia accademica sia industriale. In alcuni atenei,inoltre, Leonardo è coinvolta direttamente nelle commissioni di indirizzo dei dottorati e nel collegio dei docenti. E il numero delle università con cui l'azienda si relaziona è in crescita, soprattutto all'estero,
ma in modo mirato”.
Obiettivo dell’azienda è evolvere verso un modello che si adatti ai giovani ad alto potenziale per attrarre talenti – Leonardo, infatti, si fonda sulle capacità ingegneristiche che corrispondono a circa il 42% dei profili ricercati – e, contemporaneamente, incentivare la collaborazione con il mondo accademico attraverso lo strumento dei dottorati industriali e la creazione di ecosistemi per il trasferimento tecnologico.
Una spinta impressa da Leonardo sul fronte delle collaborazioni e dello scambio continuo con università e centri di ricerca per collaborare su progetti condivisi, a beneficio non solo della competitività dell’azienda ma anche dell’attrattività degli atenei, dell’occupabilità degli studenti e della crescita economica dei territori di riferimento.